C’era una nonna tanto tempo fa …
anni in cui le donne erano fortemente discriminate per il loro essere donne, in cui non esisteva la libertà di scelta del marito, o meglio scegliere voleva dire mettersi contro i propri genitori ed i propri avi, essere messe da parte sia a livello affettivo di figlia , nipote sia a livello economico
Nonna Caterina non riusciva proprio ad adattarsi alle regole che andavamo per la maggiore in casa sua, prima di tutto voleva studiare come era stato concesso ai suoi fratelli maschi, voleva lavorare e soprattutto sposare l’uomo che amava
Seguì la sua testa, ma fu tagliata via dalla famiglia. Solo il padre di nascosto aveva contatti con lei, perché a sua volta aveva subito dei soprusi familiari; un padre coraggioso che riuscì a far coltivare a Caterina l’amore per se stessa, ma che mai poté esprimere le sue abilità, anzi rimase proprio un uomo incompreso in un ambiente familiare gretto e meschino. L’unico che lo capiva era il suo migliore amico Sergio: l’energia che Sergio attivava in lui, gli serviva per trasmettere a sua volta energia a sua figlia Caterina
Caterina non ebbe vita facile, ma grazie alle sue capacità, e soprattutto al grande amore che nutriva per suo marito (da cui era fortissimamente contraccambiata) riuscì a essere felice.
Però la sua felicità sembrava essere una parentesi in un intreccio di relazioni affettive estremamente confuse, in cui le persone non si sentivano in diritto di pensare a se, di esprimere i propri desideri e di realizzare i loro sogni.
Caterina non avrebbe saputo dire che cosa servisse alle persone intorno a lei; le sembravano a tratti degli automi gestiti da una entità superiore a cui non osavano ribellarsi.
Era preoccupata in particolare per sua nipote Giovanna, la sua preferita, perché si sa che in noi c’è sempre una preferenza che incrocia l’esistenza di una persona. Giovanna era incastrata nella relazione tra i suoi genitori particolarmente complessa , era l’unica figlia dei tre che pensava di poter far qualcosa per loro, per aiutarli a districare tutto quello che la vita gettava addosso a loro con estrema violenza e cinica crudeltà.
Nonna Caterina cercava di far capire a Giovanna che occuparsi di loro la esponeva al rischio di sviluppare dentro una rabbia sorda, che rischiava di devastarla …
Era preferibile dedicare la negatività che nasceva dentro di lei in grinta per portare a compimento il suo meraviglioso ed ambizioso progetto di vita e per superare l’invidia di coloro che pensavano inutilmente di poterla fermare con i loro mezzucci miserabili.
In forza per contrastare le inevitabili ingiustizie di cui a tratti si trovava vittima: Giovanna era una ragazza straordinariamente affascinante e per questo le teste vuote delle persone attorno a lei attivavano fantasmi e nemici contro cui farla combattere.
In onesta caparbietà per non arrendersi mai, anche quando con le lacrime agli occhi implorava la nonna di non credere più in lei, perché era così difficile andare avanti in un ambiente in cui tutti gli sforzi che lei aveva compiuto negli anni venivano stupidamente sradicati da mani impietose per lasciare il posto al nulla.
Ancora oggi Giovanna che ormai è diventata una splendida donna quando è in difficoltà rivolge il suo cuore a nonna Caterina per ricevere quella sferzata di energia che la induca a non arrendersi, mai e poi mai.