Domenica d’agosto
Claudia e Sergio decisero di andare a fare una passeggiata, o meglio una piccola escursione passando dalle alture savonesi per arrivare al mare di Albisola.
Erano soliti concedersi questi momenti di relax, servivano loro per ricaricarsi di energie, soprattutto dopo aver passato il mese di luglio e metà agosto in modalità affaticamento pervasivo mente e cuore. Misero all’interno degli zainetti ciascuno il suo asciugamano ed il costume, nel caso arrivando sulla costa avessero trovato il sole. Da quando avevano deciso di separarsi dai rispettivi coniugi non è che avessero mai ricevuto così tanti inviti soprattutto in prossimità delle feste.
Si erano fatti l’idea che ai familiari ed agli amici facesse più comodo senza chiedere alcuna spiegazione, stare dalla parte delle presunte vittime. Claudia e Sergio si sentivano felici, ma sembrava che gli altri avessero paura di esserne contagiati; per essere felici le altrui menti prendevano in considerazione solo l’effetto perdita. Mai nessuno aveva voluto capire, loro apparivano i forti, anche perché mai si erano lamentati della fatica e quindi gli altri potevano giocare il ruolo delle vittime. Esistono diversi tipi di vittime, quelle che stanno subendo un torto, un sopruso, quelle che si creano l’etichetta di vittime per essere accettati socialmente e catturare benevolenza (gettando fango sull’altro, ma anche in questo caso nessuno chiede chiarimento). Poi quegli sguardi di commiserazione, quei sorrisini di chi pensava di aver colto delle connessioni.
Si incamminarono su per la strada sotto il sole che era uscito fuori dalle nuvole, proprio mentre stavano percorrendo il tratto in salita. Grazie all’arguzia di Sergio erano muniti delle racchette da sci modificate per affrontare sentieri in campagna, quindi facevano meno fatica.
Avevano fame, perché Sergio che era uscito di casa la mattina presto, per andare a fare altre commissioni, non si era premurato di comperare neanche un pezzo di focaccia. La domenica prima avevano fatto una colazione abbondante e avevano saltato pranzo; per lui la stessa modalità era da ripetersi anche in questa escursione. Sergio era fatto così, traeva le sue deduzioni da alcuni eventi di vita quotidiana e sembrava poi incapace di staccarsene per non perdere il suo personale equilibrio. Arrivarono in prossimità di alcuni rovi di more ed iniziarono a cibarsene. Una delizia quei piccoli frutti in grado di scatenare nella bocca quel senso di energia che avrebbe permesso alla coppia anche di volare via correndo su per la salita.
In prossimità di una salita veramente ripida vennero raggiunti da una altra coppia. L’uomo chiese se erano di Savona, perché lui non aveva quasi mai incrociato persone su quel sentiero e confessò – in virtù del fatto di ritrovarsi solo in quattro in quel luogo incantato – che loro erano una coppia che amava percorrere quei luoghi poco frequentati, proprio perché la natura teneva loro compagnia, visto che erano spesso da soli dopo vicissitudini familiari poco piacevoli. Quel sentiero in mezzo al bosco era servito da “cerchio magico” per fare incrociare due storie e per permettere a due coppie di tenersi compagnia nel futuro.
La seconda coppia era di gran lunga più allenata di Sergio e Claudia, si salutarono dopo lo scambio dei numeri di telefono e i due si ritrovarono tutti accaldati finalmente al bivio per Albisola.
Sergio non voleva mangiare, faceva i capricci da uomo grande! Claudia quando arrivarono nel centro del paese si prese un bel cono gelato con alcuni dei suoi gusti preferiti cioccolato pistacchio e tiramisù. A quel punto Sergio si decise a prendere una granita al mandarino. Dopo una piccola sosta alla fontana della piazza, si diressero verso il mare direzione Madonnetta. Mai spiaggia fu più accogliente verso di loro, sabbia particolare ed un mare fresco ad accogliere i loro corpi sudati e smaniosi di stringersi tra le onde.
La felicità delle piccole cose, anche se Sergio qualche assurdità…