E’ andata così
E’ andata così, una relazione sentimentale iniziata per caso, creata dal fato
Magari ti chiederai come inizino le altre relazioni, a tutti piace pensare che la propria sia unica, speciale, quella in cui ci si ama di più. Anche noi ci siamo amati di quell’amore maturo e consapevole dei cinquant’anni, non ci siamo però risparmiati il brio e l’ebbrezza dei ventenni nello scambio emozionale, abbiamo creato una relazione particolare per il nostro tempo presente.
Mi sono sentita tante volte pervasa da una sensazione unica, di quelle che ti sembra di non averne mai provato prima; e che davvero non avevo mai provato prima.
Il passato? Il passato personale incide sulle persone, che lo si voglia o no, che si cerchi di abbellirlo, accettarlo, scacciarlo, lo abbiamo dentro e lo conserviamo gelosamente anche quando vorremmo fare a meno della nostra identità.
Qualcuno forse ci giudicherà, ci avrà giudicato ed etichettato.
Non abbiamo avuto vita facile, a vent’anni ci sono anche i genitori che solitamente ti aiutano, ti consigliano, ti gestiscono e partecipano per stemperare le difficoltà di vita, per noi no.
Ci è capitato di tutto, non abbiamo messo i manifesti, abbiamo gestito tutto con una fatica immane.
Oggi a distanza di anni io sono cambiata ulteriormente grazie a te, ho capito quanto posso essere in grado di gestirmi da sola, sembra una considerazione banale, ma ti assicuro che esistono persone che ancora oggi non sanno pagarsi una bolletta da sole.
Mi hai permesso di sentirmi forte e debolissima dello stesso tempo, appagata e stremata sessualmente, gioiosa e triste sentimentalmente, affamata e sazia di vita, vuota e piena di amore, di temere e di desiderare l’angoscia pervasiva, di rincorrere e di fuggire il vuoto.
Adesso credo di essere finalmente io, quella donna di nome Giovanna fiera di se stessa che assapora la vita, voltando disgustata la testa indietro di fronte alle brutture quotidiane, mentre il corpo avanza con grinta per affrontare le avversità. Ho conosciuto la felicità, so distinguerla dalla banale gaiezza, ho pianto di dolore atroce.
Ma non ci sei più tu al mio fianco, non so dove ti sei fermato, se ti sei perso, se hai indossato una maschera per cui non ti riconosco più.
Non servono più le scuse, le giustificazioni, il perdono; questo è il tempo della mia vita, chi ne vuole far parte deve fare un passo avanti, gli altri rimarranno invisibili, pur continuando fastidiosamente ad affollare le strade e le stanze attorno a me!