Forse esagero!
I genitori una volta non si prendevano la briga di varcare i confini del mondo scolastico, si fidavano o rispettavano anche per comodo la suddivisione di compiti (anche se la responsabilità dei genitori secondo me è diversa da quella che la scuola dovrebbe dedicare agli allievi).
Molti genitori non si sentivano in grado di entrare a scuola , o forse credevano veramente che maestri e professori fossero competenti nel gestire la delega che la famiglia gli affidava per l’istruzione dei figli. I genitori lavoravano e nel fine settimana c’era il tempo della famiglia .
I genitori oggi spesso hanno perduto fiducia nella scuola, forse per accresciuta consapevolezza della possibilità di intervento sulla vita dei loro stessi figli, forse perché si sono accorti che i contenuti scolastici accrescono la mente dei ragazzi e loro perdono il controllo. Inoltre il grado di insicurezza esistenziale è tale che l’incertezza colpisce gli adulti rendendoli incapaci di riconoscere le loro capacità , facendo scattare purtroppo la necessità di ricercare un nemico esterno su cui riversare le colpe.
La scuola stessa essendo ambiente di relazioni umane non regge il colpo, la responsabilità che una volta veniva affrontata con forte senso di dovere, oggi genera un pesante disagio psicologico.
Una volta l’insicurezza veniva mascherata con l’autorità, oggi che si è svelato il gioco relazionale, l’ansia dilaga , la paura prende il sopravvento, e si pensa che diventare prepotenti sia l’unico modo per gestire le situazioni di difficoltà. E paradossalmente proteggersi.
Sarebbe utile fermarsi a guardare, osservare con una distanza di sicurezza che permetta di mantenere lucidità; al limite nell’ammettere le mancanze, intervenire chiedendo aiuto.
Ma un aiuto vero: quello che fa stare male all’inizio perché ci si sente impotenti, incapaci, quando si scatta la fotografia iniziale;
dopo di che si lavora per costruire la protezione, i confini per tutti, nel rispetto della diversità.
I bambini ed i ragazzi si trovano in forte difficoltà; molte volte si trovano all’incrocio tra famiglia e scuola, senza che nessuno li rispetti.
Ci vorrebbe un momento di super visione = ricarica mentale energizzante per i professori; dovrebbero affidarsi ad uno psicoterapeuta , che magari possano anche temere per il suo intervento, ma che permetterebbe di rendere più normale la fatica e di gestire le difficoltà che la vita scolastica quotidiana impone. Il burnout è sempre in agguato, sono i professori che rischiano di devastare la loro esistenza al di fuori del contesto scolastico. E quella di chi vive con loro.
Nanni Moretti descriveva già questa scena in Bianca nel 1984. Ma le scene cinematografiche spesso si pensa siano solo frutto della fantasia del regista.
I professori meritano rispetto per la loro vita personale e professionale, invece di rischiare di diventare il bidone della spazzatura per tutto quello che non funziona in ambito scolastico.