La calza marrone.
La calza marrone.Sarà anche il colore, quella tinta beige che si uniforma abbastanza con la nuance della mia pelle, ma anche tanto neutra e anche senza sfumatura. Proprio marrone!
E’ da tempo che indosso la calza marrone per un problema linfatico; l’unica volta che avevo avuto notizia del sistema linfatico credo sia stato alle superiori.
Oggi la calza colore <cacchina> l’ho abbinata con un bel vestito rosso, devo dire che il rosso acceso abbatte quel marroncino terribile che metterebbe in crisi il colore più solare del mondo.
Forse Pantone dovrebbe provvedere a fornire una sua linea cromatica per contrastare la calza super medica; sarebbe un bel regalo per me.
All’ inizio devo ammettere che mi vergognavo, cercavo di mettere i pantaloni lunghi pure d’estate e d’inverno calze super coprenti per celare l’orribile gambaletto.
Ha un bel dire il dottore che uno lo fa per la sua salute, che non sono vecchia e che non è una questione estetica.
So anche che una calza non va ad inficiare la riuscita globale del mio aspetto fisico, ma a livello psicologico mi sono ritrovata minata in quella che ritenevo essere la mia identità esteriore, da mostrare al mondo, per catturare approvazione ed anche un pizzico di sano compiacimento per lo sguardo ricevuto.
So che ci sono persone che non hanno consapevolezza di sabotarsi da sole nell’abbigliamento, perché non sanno fare i conti con l’età e il contesto in cui si muovono (è doloroso prendere atto de passaggio del tempo, perdere la freschezza mentale, etc.), e che si mascherano peggio di me con la calza marrone; ma ho imparato a pensare a me stessa differenziandomi dalle altre attorno a me.
Comunque ho dovuto cambiare stile di scarpa, e cosa mai sarà!!! La mattina e la sera devo indossare (e prevedere di avere con me) scarpe diverse. Perché anche indossando la “merdina ” come affettuosamente la definisco io, Il piede un po’ gonfia.
Sicuramente questa calda estate mi ha dato la spinta definitiva a lasciarmi andare alla metà gamba nuda: ho tolto i pantaloni lunghi, me ne sono infischiata e ho indossato vestiti lasciando trasparire l’ammazza sensualità.
Magari esiste, a me non risulta, una versione colorata, magari con i colorì dell’arcobaleno per introdurre Il soggetto che indossa la calza in un mondo variopinto.
Ultimo scivolone critico è la diagnosi, sul come ci sono arrivata, ma visto che ho già polemizzato sul colore, devo trattenermi. Si vorrei solo aggiungere che un piede gonfiato all’improvviso da un giorno all’altro mi ha radicalmente cambiato la vita. Medico di famiglia nullo, lo so che non si può sapere tutto, esami di qualsiasi tipo e accettazione di una diagnosi che si cerca di assimilare interiormente.
Conscia che esistano problemi ben più consistenti del mio, so anche che l’atteggiamento medico non si modifica di molto. Ho imparato ad accettare le osservazioni, a fare le domande giuste e a dare risposte sbagliate, a non disturbare, ad eseguire e a lamentarmi a tratti.
Grazie di cuore a Donatella Canaparo per la splendida foto!