Tabù sesso
Partirei citando Gaber “Dopo l’amore” <E quando la stanza è al semibuio, in un silenzio teso, assoluto, impressionante … E quando in un pomeriggio caldo… pomeriggio? Mah, non importa. E quando sei lì sopra di lei fermo, rilassato. Anche lei ferma… non si sa se rilassata.
E quando sei lì sopra di lei con lo sguardo intelligente dell’uomo soddisfatto, c’è questo senso bello dei due corpi uno sopra l’altro, e senti il tuo poggiare dolcemente con tutti i muscoli rilassati, settanta chili, e pensi: le peserò troppo? E qui ti rovesci su un fianco, e tenti una carezza … Per indagare. Già, se lei fosse stata bene … in un certo senso io….
Riassumiamo: io ho avuto l’orgasmo. Lei … non si sa. Del resto non si sa mai. Difficile anche da chiedere. Generalmente la domanda è (ad alta voce) “Sei stata bene?” Ssssst, più piano cazzo più piano (a bassa voce) “Sei stata bene?” E di là, “Sì, certo.” Certo cosa?
Come mi fa incazzare la gente che non vuol capire.
…Non c’è niente da fare, è così, se vuoi sciupare un amicizia con una persona, facci all’amore. E dopo? Ci vuole troppa comprensione per trasformare in dolcezza una cosa venuta male. >
Ci fa riflettere su come i partner si avvicino tra loro, e come vivano e condividano una esperienza di incontro che li coinvolge entrambi, quasi da perfetti estranei.
Nella coppia un elemento che può avvicinare è il senso dell’umorismo, dall’incontro del senso di umorismo verso se stessi nasce quello rivolto al partner ed alla coppia; l’umorismo crea quella cornice di leggerezza mentale che permette ai corpi di avvicinarsi senza vergogna, di superare il giudizio che spesso temiamo che il partner ci riversi addosso. Crea la complicità che permette alla coppia di rinnovare il proprio patto con il passare del tempo e da la forza di contrastare l’abitudine che si insinua, trasformandola in una forma di seduzione nutriente che affascina le menti ed i sensi corporei.
In studio spesso ho sentito raccontare di questi scenari che riporto sotto di mancanza di comunicazione tra partner ed incapacità di guardarsi dentro, ma non per questo non continuo a cercare di consigliare alle persone un percorso di conoscenza per essere finalmente felici.
Scena 1: Lei che nonostante a 40 anni non abbiano rapporti sessuali da mesi, poi anni, piazza sul comodino dal lato del marito un volantino sulla disfunzione erettile, senza proferire parola, lui che lo lascia lì dopo averlo rivoltato su altro lato. Scena 2: Non parlare all’interno della coppia della distanza sessuale, avere il timore di guardarsi negli occhi e di dire quello che non va dentro di se ed in casa. Scena 3: lei che si inorridisce quando il marito riesce a dirle (solo dopo un faticoso percorso di psicoterapia)che non stanno bene da anni, che lui non ce la fa più, che sono troppo sbilanciati; lei che minaccia il suicidio per tenerlo bloccato. Scena 4: essere orientati con un percorso psicologico a capire che l’amore dentro la propria vita è importante, aiuta a chiudere una relazione inadeguata. Lei riesce ad uscire di casa.
Non si riesce a soffermarsi e confrontarsi sull’incontro di due corpi, che stanno assieme perché si desiderano, perché hanno voglia di vivere. Ho capito che tantissime donne ed altrettanti uomini non hanno mai vissuto la loro vita sessuale. E’ un fattore istintuale, è alla portata di tutti, non funziona in base al reddito e al livello socio-culturale, l’incontro di due persone. Eppure credo che all’interno della coppia pochi possano davvero dire di aver conosciuto quel puro piacere che deriva dall’esperienza sessuale. Molti si sono illusi ed auto ingannati.
La nostra identità diviene solida solo quando impariamo a stare bene con noi stessi e con il nostro corpo “Questo succede quando ci riconosciamo ossia quando vediamo nello specchio la stessa immagine che abbiamo di noi ad occhi chiusi. Riconoscersi non vuole dire essere al naturale (non truccati, senza ritocchi…) ma cercare la corrispondenza tra immagine interiore e quella che appare. E’ così che si trova il proprio spazio nel mondo e il mondo si riesce persino a cambiarlo. Si può splendere ad ogni età, riuscire ad esprimere se stessi è il vero segreto del fascino.”
<L’incontro tra esseri umani. Un soffio. Non uno schiaffo> (* “Come le vene vivono del sangue” di Gaia De Pascale) questo è l’augurio che rivolgo a tutte le anime in cerca di una loro realizzazione, a tutti coloro che stanno lottando per vedere il loro sogno attuarsi, all’interno di relazioni vere, in cui scorra amore, complicità, desiderio di unire i corpi, passione che diventa realtà quotidiana, scontro per affermarsi , per esprimere il proprio pensiero unico.
<…la necessità di vivere ogni cosa come le vene vivono del sangue, ed essere disposti a pagare qualunque prezzo per grattare via la caligine di parvenze che incrosta il nostro stare al mondo> (*). Una volta che si arriva a questo livello è fatta, ci si rende conto di vivere in una altra dimensione umana, un po’ distanti dagli altri ma nello stesso tempo vicini ad ogni persona attorno a noi, i giudizi non fanno più paura perché sono solo il rumore dei pensieri degli altri che non si sente più, il senso di appagamento verso se stessi è felicità quotidiana che porta ad immergersi nelle relazioni solo per partecipare e condividere la bellezza della vita.
Piccoli trucchi per vivere meglio tratti dalla trasmissione La Psic & il Deejay 1) iniziate a scoprire il vostro corpo, a prendere contatto con lui, osservate davanti allo specchio la vostra figura intera, anche nudi 2) Sentirsi in diritto di essere felici e di provare piacere, perché l’energia che si sprigiona nel corpo è così potente a tal punto di trasformarsi in una nuova energia che apre la mente ad una progettualità diversamente pensabile 3) La passione non si deve spegnere con il passare del tempo, se questo succede siete fuori strada, dovete trovare una nuova rotta.