Utilizzando le parole tratte da “Specchio delle mie brame” di Maura Gancitano, ho scelto questo passaggio tratto dal capitolo primo: <La prigione della bellezza>.
<Non ricordo la prima volta in cui ho pensato che, se fossi stata più magra, se avessi iniziato a vestirmi meglio e se avessi imparato a truccarmi, finalmente sarei stata felice. Deve essere accaduto molto presto, perché molto presto il mio corpo mi è apparso strano, indefinibile e sbagliato.>
Quante volte in seduta le persone fanno questo tipo di collegamento, abbinando la bellezza alla felicità. È talmente radicato dentro l’animo umano questo abbinamento, da non permetterci di capire che non dipende da una formula matematica oggettiva.
Allora sarà importante provare a riflettere su che cosa effettivamente possiamo fare nella nostra vita quotidiana per essere felici, e di come possiamo curarci della nostra persona senza che diventi una prigione mentale e non solo.
Spesso la cura del corpo porta via talmente tante energie e maschera un malessere sottostante che si perde il filo della propria vita.