Frustrazione dimensione donna
Vi inonderò di parole affinché possiate rivedere e percepire diversamente il prototipo donna frustrata: esempio inadeguato di femminilità e soprattutto di gestione della propria vita personale.
E’ un tipo di donna che non riesce a mettersi in discussione perché nessuno glielo ha mai insegnato, è cresciuta in una famiglia in cui l’affetto era dispensato solo in superficie, e ciascuno doveva crescere da solo pur essendo immerso in un contesto amorevole (ma solo di facciata e fintamente sincero). La madre donna preoccupata a gestirsi il suo disagio personale ha spesso usato la figlia come confidente o meglio come cestino della spazzatura su cui riversare tutte le sue paturnie, anche quelle matrimoniali.
Il padre in esterno sembrava un supereroe, tutto dedito al lavoro e impegnato in cause sociale; all’interno delle mura domestiche fintamente attento ai bisogni dei figli la cui crescita era demandata alla moglie, poco si rendeva conto che la bambina lo seguiva anche in strade metaforiche misteriose e segrete, senza mai farsi raggiungere e permettere che la bambina potesse contare sul suo sostegno.
Fratelli e sorelle intenti a strappare brandelli di affetto che da grandi spesso diverranno persone disturbate, agiranno violenza o la subiranno, uso smodato di alcool o psicofarmaci unica modalità valida (per loro) per sopportare la vita.
Questo tipo di donna non passerà mai dal mio studio, al limite indurrà mariti e figli per la loro sopravvivenza a rivolgersi allo psicologo per la loro incolumità mentale e per necessità di mantenere un equilibrio.
Questa donna è abbruttita, anche se di partenza avrebbe una buona dotazione fisica riesce a conciarsi in modo pessimo; pensa di usare la sua seduttività verso gli altri per farsi valere, invece si butta via inutilmente con le persone sbagliate che la usano per loro secondi fini.
Non ha confini personali e quindi non concepisce che anche gli altri li abbiano e non rispetta lo spazio di vita altrui, pensa di essere in diritto di entrare brutalmente nella vita del partner e dei figli – quando presenti – senza chiedere permesso e comunque senza minimamente vedere il male che procura o quanto mette in difficoltà soprattutto i figli. I figli spesso troppo preoccupati dell’equilibrio psichico molto labile, non osano contrastarla, ma nell’assecondarla e come se conficcassero nel loro stesso petto un lama acuminata ed avvelenata con cui devastano la loro vita.
E’ proprio una <brutta persona> per quelli che adorano etichettare con <bella persona> coloro che al contrario di lei sono amorevoli e si prodigano verso il prossimo. Ma non dimenticate che questa donna ha sofferto tantissimo ed è attraversata dalla confusione continua.
La donna frustrata spreca la sua vita e inquina quella degli altri, pensando di vivere non si occupa di se stessa e investe gli altri.
Spero che queste mie parole aiutino tanti figli, familiari e partner a prendere le distanze, ad osare di indurla a farsi curare, che la accompagnino in un percorso di psicoterapia. Che le consiglino di non irrompere negli spazi altrui, perché loro provano vergogna a causa sua, che la mettano di fonte al male che fa agli altri ed al suo proprio disagio interiore. Darle un no è l’unico segnale d’amore che possano offrirle!
Anche per lei esiste una possibilità di cambiamento, se lo merita; la sua sofferenza la schiaccia al suolo, quando potrebbe vivere ad una altezza adeguata, anche per prendersi cura dei suoi interessi.
Personalmente ovviamente le riconosce in mezzo a miliardi, le attiro. Ma ho imparato a respingerle, perché il mio NO serva da esempio a quanti sino ad oggi sono caduti nella sua trappola e ne hanno perduto la loro vita interiore per lei. Oltre a non lasciarle scampo sulla sua rovinosa caduta nel dirupo esistenziale.