Lettere d’amore e deliri di case
Un lettore mi ha inviato una lettera che lui ha scritto alla donna che sostiene d’amare, a quella che definisce essere la donna della sua vita, quella con cui avrebbe voluto da sempre condividere la sua vita. Lui proprio si ritiene immensamente fortunato d’averla incrociata, anche se solo nella seconda parte della sua vita (visto che ha superato i 50 anni)! Il mio lettore è stupito che la donna in questione non lo abbia ringraziato a sufficienza, lui si aspettava più riconoscenza.
Allora ho posto al lettore alcune domande che gli permettessero di far chiarezza dentro di lui. Lui quando ha scritto: voleva solo fare una dichiarazione d’amore allo stato puro o si sentiva in difetto per qualche errore commesso e quindi voleva recuperare una distanza che si era creata? Perché lo spirito con cui ci accingiamo a scrivere influenza sempre i lettori e produce una reazione alle nostre parole. Induciamo i lettori a muoversi in una determinata direzione.
Il mio lettore scrive anche per fissare innanzi tutto dentro di se, quanto quel giorno lontano di anni fa (in cui ha incrociato questa donna), gli abbia attivato dentro una voglia di vivere, che era stata sepolta sotto un ménage familiare triste, senza più passione né rispetto.
Questo è il mio posto, questa è la mia vita!< sottolinea> : se davvero è così caro lettore lo difenda strenuamente, combatta, non si arrenda. Forse non si sente capace, ma voglio sperare per una sua antica insicurezza, non per il timore che la sua ex moglie ritorca l’odio che prova verso lei coniuge – verso i vostri figli. Non mi aggiunga che lei è rimasto per proteggere i figli, senza rendersi conto che li rendeva spettatori di una relazione d’amore sbagliata. Scelga se oggi si sente più capace, anche grazie al percorso di psicoterapia, quale è la strada da percorrere più felice per lei.
Credo sia giunto il momento di concederselo.
Lei nel rispondere alle mie domande mi scrive che non ha ancora chiuse tutte le sue questioni del passato, dovrebbe invece provar a fare ancora più chiarezza. Non può immaginare per quanti risulti assurda la sua situazione, non è l’unico, ma le assicuro che se non si chiudono prima di tutto materialmente e poi affettivamente le relazioni passate, queste ritorneranno per trovare una loro soluzione. Non dico che lei debba trovarla da solo, o che sia facile, ma non può stupirsi se la persona che le sta affianco sia così arrabbiata da non vederla risoluta a mettere la parola Fine. Ho dato per scontato che lei fosse separato, ma nel mio lavoro ho imparato a fare le domande chiare e dirette, altrimenti le persone mi nascondono parti della loro vita (quando si sta male diventa normale omettere certe parti della vita non chiare)
E’ una storia di case, una altra classica questione di liti furibonde! credo che chi come lei ha contratto il matrimonio in chiesa, decidendo anche un percorso spirituale particolare, dovrebbe risolvere la casa prima di tutto davanti al prete, poi davanti al notaio e al giudice.
E’ una questione di rispetto del coniuge, di riconoscenza verso l’ambiente in cui la coppia e la famiglia vivono amorevolmente la vita quotidiana.
Credo valga la pena “scrivere d’amore” per esprimere quanto si prova dentro, come sostiene R. Vecchioni “Le lettere d’amore”:
…E scrivere d’amore, e scrivere d’amore, anche se si fa ridere, anche quando la guardi, anche mentre la perdi quello che conta è scrivere e non aver paura, non aver mai paura di essere ridicoli: solo chi non ha scritto mai lettere d’amore fa veramente ridere…
Un grazie speciale per la foto fiorita a Donatella!