Stile insicurezza 2017/2018
Non riuscire a scegliere, tentennare, ondeggiare tra diverse possibilità.
Entrare ed uscire dallo stesso negozio dopo aver provato e riprovato un vestito, non è questione di vita o di morte, ma se ripetuto diverse volte al giorno, in negozi diversi, in ambiti diversi, toglie energie.
Scena: si cammina sul marciapiede e si vede una sagoma che o viene schiacciata contro il muro per far passare l’altra/o che non si scansa (perché neanche ti vede intento a toccare tasti del cellulare, o perché comunque non è abituato ad incrociare persone); oppure deve scendere in strada perché dall’altra parte il pedone pensa di essere proprietario del marciapiede per diritti insignificanti.
Scegliere che cosa mangiare, scatena dentro una tensione che sfianca, a tal punto che poi si mangiano sempre le stesse cose o si prende quello che scelgono gli altri.
Paura degli altri, di essere giudicati, valutati; quando gli altri se ti vedessero stesa per terra non si fermerebbero per soccorrerti. Ma esiste questo eterno confronto tra un altro capace e valido e te che invece sembri eternamente imbranato ed incapace di fare qualsiasi cosa.
Quindi alla fine si rischia di adattarsi ad un modello che non appartiene, in cui non si crede, che non possiede alcun valore; ma siccome gli altri lo seguono, si pensa sia quello giusto.
Il famoso atteggiamento mentale di non uscire dal gruppo, per timore di perdere una identità. Il confronto con il gruppo serve, ma serve soprattutto saper usare la propria testa per saper scegliere e trovare una soluzione.
Stare dentro una relazione affinché il partner dia un senso e vesta lui/lei l’insicurezza al posto nostro, per poi scoprire che la certezza assoluta è solo una condizione ideale. Che nell’amore bisogna accettare la diversità, il confronto e soprattutto ammettere di essere imperfetti , anche per non accollarsi tutte le decisioni.
Sembra che l’incertezza sia una condizione da perdente, perché non si prende in considerazione che prima di ogni scelta esista un periodo in cui sia permesso essere insicuri.
Di quella insicurezza che ti fa valutare i pro ed i contro, che ti permette di avvicinarti al polo negativo, di cadere nel baratro, per poi risalire (anche a fatica) ma per spostarti verso il polo positivo tutto luce quasi accecante ma che ti riscalda. Solo allora dopo aver provato sensazioni così forti che quasi destabilizzano, poi scegliere!
L’insicurezza di cui non si è consapevoli genera caos, un caso paralizzante, un vuoto che si può riempire di persone inutili, di azioni vuote, di parole messe in fila per riempire un foglio ma senza un pensiero che le tenga unite, parole fragorose ma che arrivano dentro il cuore.
Quando si è permeati di insicurezza, anche le amicizie si scelgono in maniera sbagliata: sembra quasi si sviluppi un meccanismo perverso che crea un contesto di inabilità, invece che sviluppare possibilità di riuscita.
La meta non dovrebbe essere la sicurezza, ma la ricerca di una condizione personale di benessere autentico, ritagliato su di se e sul proprio stile di vita, che si possa riprodurre in ogni singolo istante della propria giornata, anche quando non si sa che cosa fare!
La scarpa di certo non può contribuire alla sicurezza personale, ma secondo me la ciabatta con il pelo abbassa il livello di stima personale istantaneamente….