Giovanna Ferro

Piscologa e Psicoterapeuta a Savona

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Responsabilità

14 ottobre 2016

dona

RESPONSABILITA’

Un’amica mi ha inviato il link ad un articolo edito su una rivista online, di quelle non banali. Si parla della funzione della donna nella storia dell’umanità: una funzione di enorme importanza. Fra l’altro si legge:

“Alle donne della preistoria si devono alcune tra le più importanti invenzioni dell’umanità, tutt’oggi fondamentali per la sopravvivenza del nostra specie: l’agricoltura …..; la conservazione degli alimenti …….; l’allevamento del bestiame ….; il fuoco ….. ecc. ”

Il ruolo femminile era talmente vasto e centrale da investire le donne dell’aura della sacralità. La capacità di generare la vita, di prendersi cura della crescita degli esseri viventi è stato il volano dell’evoluzione per qualche decina di migliaia di anni. E poi?

Poi avviene che alla centralità della donna viene sostituita quella del maschio..

Due tremila anni fa prima di Cristo, inizia e si consolida il ribaltamento: la donna è serie B, l’uomo è serie A. Finisce la discendenza matrilineare che viene soppiantata da quella patriarcale, la quale si accompagna bellamente alla nascita della proprietà privata, all’accumulazione dei beni e quel che segue con guerre, persecuzioni, con la nascita delle religioni monoteiste con maschio imperante..

Da tempo mi chiedo: come siamo arrivati a questo punto?

Me lo chiedo da quando lessi alcuni scritti di Malinowsky e di Reich, alcuni decenni fa, che mi fecero capire che la condizione femminile non è uguale ovunque su questo pianeta e, quando la donna è figura centrale dell’organizzazione sociale (presente oggi solo nelle organizzazioni cosiddette “primitive”), ciò si accompagna a situazioni di pace duratura, alla condivisione dei beni, alla solidarietà, al benessere generale.

E ancora mi chiedo perché, dopo un secolo di lotte femministe per conquistare un minimo di dignità “umana” e di rispetto, si é ancora lontanissimi da una visione matrilineare o matrifocale della nostra società. Perché le donne non sono ancora più determinate, più incazzate, più forti? Perché non si scende in piazza a protestare per ogni donna uccisa da un uomo?  Ogni due-tre giorni si dovrebbe metter su una manifestazione, in effetti!

Se le donne difendessero con le unghie e coi denti i loro pensieri positivi, i loro sogni di uguaglianza, di pace, di prosperità, la loro idea di educazione dei figli senza esagerare con i compromessi col partner e le sue manie e la sua voglia di prevalere, forse si avrebbe una generazione di persone migliori.

Ma non lo si fa, non abbastanza!

Abbiamo lasciato il mondo in mani sbagliate, abbiamo il dovere di cambiare questo stato di cose, dobbiamo portare il carico di questa responsabilità e imparare a gestirlo.

Non è impresa semplice ma neanche impossibile. Ci vuole un po’ di coraggio e la consapevolezza per accettare il fatto di averne la capacità e la forza. Osserviamo i nostri comportamenti e pesiamoli con una bilancia a sensori femminili; giusto per non incorrere nel drammatico errore di trovarsi in cima (a qualsiasi cosa) col corpo di femmina e la mentalità maschilista!

L’altro giorno Emma, sei anni, appassionata di calcio che, peraltro, nessuno in famiglia segue o pratica, mi dice con espressione di orgoglio: ti piace la mia nuova divisa? Comincio il corso domani, faremo l’allenamento e le partite! Le rispondo semplicemente: sei bellissima!

[1]

Articolo scritto da Licia Baglioni, foto di Donatella Canaparo.

Grazie infinite per il vostro contributo!

 

 

[1]        Ecco il link dell’articolo citato:

http://culture.you-ng.it/2014/08/21/grande-bugia-dellumanita-sulle-origini-dellumanita

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