Inquieto piacere
In quelle giornate di pioggia, con gradazioni di grigio in cui la luce penetra a stento se non per illuminare il buio dell’anima che si muove irrequieta.
Vento strano di tempesta che mette in dubbio alcuni pensieri e che fa traballare le piante sui balconi, con l’interrogativo: in natura le piante rifioriscono e rinverdiscono, ma le persone avvolte dalla meschinità hanno possibilità di riprendersi?
Ed io che penso ma come faccio ad arrivare a questa sera senza perdere il mio equilibrio?
O forse l’ho già perso perché mi sembra che i pensieri siano fuori controllo!
Quando basta una piccola mossa verso la biglia di vetro sulla pista nella sabbia per cambiare una organizzazione che sembrava filare via coreografica più che mai.
E tu ti accorgi che sei solo;
le persone intorno prive di significato, perché non ne vogliono assumere alcuno,
che si agitano solo per i loro interessi e davvero pochi soldi o forse neanche quelli.
L’amicizia non sai più che significato abbia, hai letto tanti romanzi, hai ascoltato tante storie vere, ma ti rendi conto che l’amicizia è volata via.
O quella vera nessuno la racconta!
La si vive e giustamente non si ha alcuna voglia di condividerla con orecchie che non sanno ascoltare.
Hai vissuto attimi di vita intensa, ma con chi ne parli? Solo quelli che hanno avuto la tua stessa esperienza ti guardano negli occhi, colgono la luce della felicità e ti sorridono.
Ma senza parole.
La famiglia? Le famiglie …Non quelle di cui si parla nei manuali o nelle chiese, ma solo nelle stanze segrete di case intrise di sofferenza o negli studi degli esperti. Le altre semplicemente vivono.
Ma tu fai un salto nella tua mente e ne ricavi la piacevole sensazione di aver capito quali sono i tuoi confini a livello corporeo; hai la netta sensazione di ricevere informazioni da ogni angolo della pelle, ogni volta che ti sfiori con un dito un braccio, una gamba, quando ti accarezzi dolcemente per ritrovare quella concreta sensazione di far parte della natura selvaggia, incontaminata dalle persone che hai attorno.
Per gustare ad inizio pomeriggio quel brivido che ti scende lungo la schiena, ti tiene ancorata alla spina dorsale e alla concretezza del tuo profumo.
E ti restituisce una piacevolezza di vivere, di godere dei tuoi pensieri,
di essere attraversata da una piacevole sensazione di appagamento che puoi ritrovare solo dentro di te, attraverso il tuo corpo, il tuo sorriso soddisfatto di aver capito che sì, sì può davvero essere felici nella propria individualità.
No, non lo vorrei più provare il senso di delusione di chi non riesce a rispondere alle mie aspettative, a venire incontro alle mie richieste;
vorrei essere appagata costantemente dal confronto con chi mi sta attorno nella sua imperfezione, ma nella ricerca di un contatto corporeo e mentale costante, perché soli così si può continuare a vivere e a generare serenità!
Ringrazio di cuore per le foto la signora: Donatella Canaparo.