Giovanna Ferro

Piscologa e Psicoterapeuta a Savona

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Padre e figlio-nuova puntata

13 aprile 2016

padre e figlioDEFUno scenario familiare fluttuante: un figlio alle prese con le sue vicende amorose e con una mamma che sembra un uragano di passaggio pronta a devastare tutto, senza rendersi conto di dove sta passando, essendo giustamente paragonata ad un tornado senza una rotta definibile

Ma sono così anche molte relazioni personali e familiari, senza per questo finire a far parte di uno splendido racconto.

Un padre assorbito dal lavoro, ma con la testa presa da altri pensieri…quasi sdoppiato su vite parallele, sarebbe interessante capire quali.

Certo seguire lo scrittore attraverso i sentieri percorsi dalla sua fantasia permette un esercizio di fiducia notevole: basterebbe lasciarsi andare, invece interviene sempre qualche pensiero a creare un ostacolo nella caduta libera.

Ma il lettore in quale dei tre personaggi si identifica di più?

 

 

Un brivido leggero ed un profumo di glicine lo attraversarono in tutto il corpo.

-La lascio decidere con calma

-No guardi, ho già deciso…. Prendo il risotto asparagi e gorgonzola… un insalata verde ed un bicchiere di dolcetto

-Acqua?

-No grazie

-Benissimo, l’insalata la vuole dopo il risotto?

-No, mi porti tutto insieme

La ragazza prese velocemente nota sulla comanda poi si diresse alla cucina. Lui si guardò intorno e cominciò a prepararsi per il pranzo, cellulare spento, portafoglio e chiavi della macchina vicino all’angolo sinistro del tavolo (rigorosamente da 4 posti) e gazzetta dello sport bene aperta a destra del piatto.

Finito il pasto e dopo un caffe’ sublime uscì dal locale lasciando come al solito la “rosa” sul tavolo. Riaccese il telefono, controllò l’ora e attese le notifiche delle chiamate perse… erano quattro e tutte di Maglione, il nuovo grande manager che era entrato in azienda da poco più di un anno per occuparsi di… tutto, praticamente tutto. La qualifica precisa sarebbe stata quella National Key Account. Sorrise al ricordo di quando il presidente lo aveva chiamato a Bologna, sede della ditta, e dopo una cena in una trattoria fuori porta e con quel suo accento emiliano inconfondibili aveva cominciato.

–Sochme’ Gianni…

Una boccata dal sigaro

–Mo da quanti anni è che sei con noi ormai?

-Sono quasi sette Presidente…

Lo chiamava Presidente un po’ per rispetto, e un po’ anche prendendolo per il culo. Alessandro Sculla, 35 anni, aveva cominciato a lavorare nell’ingrosso del padre e di un socio del padre da quando aveva finito le superiori. Tanta gavetta a fare consegne e ogni genere di lavoro e poi, grazie ad una sua intuizione, quella piccola azienda si era trasformata in poco tempo in una della maggiori aziende nazionali di distribuzione. Contratti con la grande distribuzione avevano portato la T.E.T a crescere sempre di più. Lui era arrivato quando ancora la struttura era acerba ma già si intravedevano scenari molto concreti di crescita. Si erano piaciuti a vicenda, si lavorava bene con il Presidente…

Da semplice agente era passato in poco tempo a Capo Area Nord, controllava altri agenti e si era tenuto comunque un portafoglio clienti che curava personalmente. Il Presidente gli aveva offerto un buon contratto con incentivi a fine anno, ci stava bene in quell’azienda.

-Sette anni… ma ti ricordi Gianni? Ti ricordi quando sei arrivato che ti guardavi in giro come a dire…dove sono capitato eh?

 

La sensazione di vuoto lo assalì mentre si stava accendendo la sigaretta, si guardò riflesso nel vetro di una macchina posteggiata davanti a lui e si scoprì piccolo e solo ma fu solo un attimo. Scacciò i pensieri con un calcio e …

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