Psico Foglio bianco
Non è sempre facile esprimere quello che si vive, farsi capire da chi ci sta intorno, portare avanti le proprie idee spogliate dal giudizio del contesto di riferimento.
Molte persone prima di arrivare all’appuntamento dallo psicologo specificano che non sapranno come esprimere quello che hanno dentro, che non hanno mai detto a nessuno, forse non troveranno mai le parole.
Certo andare dallo psicologo non è come parlare con un amico, per fortuna dico io, perché lo psicologo ha delle competenze professionali specifiche, l’amico purtroppo in quanto tale spesso costringe in un sistema affettivo che diventa un schema che imprigiona e crea confusione.
Certo se non avessero mai detto: ma come, vai dallo psicologo? Allora sei matto! Sarebbe tutto più facile. La difficoltà non è fare andare le persone dallo psicologo, la difficoltà sta nell’attivare la consapevolezza di un disagio che fa stare male e spesso ammorba chi sta vicino, non può intervenire né difendersi.
La confusione che circola talvolta dentro la testa è talmente elevata che la persona si sente fuori di testa; quello che fa star male è il non poterne parlare liberamente. Ma fuori di testa perché i pensieri non trovano un ordine per esprimersi, un ordine che forse non dovrebbe essere, se si fossero eliminati certi pregiudizi del buono/cattivo bello /brutto ricco /povero etc.
Lo psicologo lo si può anche fermare per strada, fuori da un locale qualsiasi , certamente lo psicologo ascolterà ma l’interlocutore rischia di confermarsi nella sua idea inadeguata di aver ragione; state tranquilli lo psicologo riconosce a distanza il disagio, certamente poi non distribuisce etichette a casaccio. Io lascio la possibilità alle persone di scrivermi liberamente via email, per avvicinarsi a un esperto a poco a poco, e per esercitare il rispetto verso se stessi e verso il professionista.
Tempo fa mi dissero che era uno stile di vita, non un lavoro vero; io comunque quando devo scegliere vado a controllare l’iscrizione all’albo, le esperienze professionali e non penso che in fondo siamo tutti un po’ psicologi. Forse vorreste esserlo, perché non avete attorno persone con cui creare una intimità personale e relazionale che vi induce poi a pensare di poter essere i consiglieri dell’umanità.
Io da psicologa ad esempio non fermo la ragazza che dopo esser uscita dalla panetteria si sbrana in 30 secondi una quantità di focaccia immensa, però poi nel mio blog mi sento autorizzata a scrivere che andare dallo psicologo serve anche a capire meglio che cosa ci induce a compiere gesti veloci, senza gratificazione , con il finale senso di colpa. Inutile dire che non siamo tutti uguali quando poi si formano i comitati su un certa quantità di kg come peso. Sarebbe allora utile poter andare dallo psicologo per capire come usare la testa diversamente per gestire il proprio peso. Nessuna dieta, nessun vestito nessun trucco nessuna palestra mai potranno camuffare il dolore di una persona che non è in contatto con il suo corpo, che lo sta distruggendo, avvolta da una sofferenza immane.
Se devo esprimere la mia preferenza , tutto il mi appoggio va ai figli di ogni tempo ed età che ci provano a ritagliare il loro spazio di vita, soffrendo perché i genitori li fanno sentire in colpa ogni volta che accennano ad una mossa di autonomia, ma non sempre così apertamente. E’ più facile che li facciano prima sentire sbagliati, incapaci , tormentandoli mentalmente , tiranneggiando un affetto mai provato, ricattando economicamente quanto mai posseduto. Continuo a ripeterlo che i genitori non lo fanno apposta ad essere così tiranni nei confronti della vita dei figli, i genitori non sono cattivi ma possono essere persone disturbate per vicende familiari e lavorative male riuscite, con un grado di sofferenza difficilmente gestibile.
I figli incastrati in dinamiche familiari apparentemente normali , devono lottare strenuamente e solitamente riescono dopo aver pagato un conto mentale elevatissimo, con almeno una storia sentimentale drammatica alle spalle, solo quando in maniera fortuita incrociano un angelo umano che come un faro li orienta , stando fermo immobile e non presentandosi come il salvatore , ma solo consigliando il nome di un professionista che aiuti ed insegni ad usare la testa diversamente.
Nonostante tutte le storie drammatiche, meschine, cariche di dolore, odio, resto convinta che bisogna sentirsi in diritto di essere felici e di combattere strenuamente per un livello di vita quotidiana soddisfacente.