Sull’aperitivo: dalla felicità alla solitudine
Non ho ancora letto “Melanconia di classe” di Cynthia Cruz, ma l’articolo di presentazione di Andrea Bajani ha fatto nascere alcuni miei pensieri sulla nostra famiglia d’origine e relative conseguenze future.
<In milioni interiormente spaccati, a negare sé stessi per poi spendere tempo e denaro a ritrovarsi con i rimedi che offre il mercato… E tutto questo per aver buttato all’inferno ciò da cui arriviamo, ed esserci ridotti così.
All’ora dell’aperitivo felici, e poi ebbri e disperati al ritorno in bus verso casa.>
Ovviamente non è colpa dell’aperitivo, che personalmente adoro come momento di vicinanza e di confronto relazionale, ma l’aperitivo diviene uno di quei momenti in cui gli individui sono esposti agli altri, quindi sarà più facile che scaturiscano dubbi sulla propria essenza, con l’inevitabile manifestarsi di una angoscia interiore.
Il non aver avuto adeguati riferimenti scatena dentro una insicurezza, un senso di inadeguatezza che renderà altamente instabili emotivamente e mentalmente, a maggior ragione quando si è esposti alla relazione con l’altro.
Quel vuoto interiore reclamerà in tutti i modi di essere riempito, ma siccome non sarà semplice riuscire ad attivare da soli il nutrimento adatto, si rischierà di finire vittime anche delle svariate forme di dipendenza, come espressione della sofferenza personale.
Dipendenze che attecchiscono molto rigogliosamente nel contesto sociale in cui siamo immersi, ogni epoca ha il suo, in continua evoluzione.
<Mi hanno insegnato a vergognarmi delle mie origini, e di conseguenza, nel corso degli anni, poco alla volta mi sono liberata, nella vita e nella scrittura, dei legami con il mio mondo. In altre parole, mi sono persa.>
Quando non si riesce ad avere dentro stabilità perché la consapevolezza delle proprie origini è confusa, non c’è chiarezza sui condizionamenti ricevuti che si teme di non riuscire a contrastare e modificare, si rimane “spaccati” dentro, si vive nella sofferenza che crea elevatissimo disagio nella vita quotidiana.
Sono stata estremamente sintetica, ma mi faceva piacere condividere – in qualità di terapeuta familiare – con voi lettori questa riflessione; vi invito a seguirmi prossimamente anche su Radio Psic.
Buona giornata!