Giovanna Ferro

Piscologa e Psicoterapeuta a Savona

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TI AMO!

6 agosto 2018

TI AMO!

Considerazioni spaiate su Ti amo!

<Una delle definizioni di amore che prediligo è quella di Antonie de Saint-Exupèry quando dice: “L’amore è forse quel delicato processo attraverso il quale ti accompagno all’incontro con te stesso”. Questa definizione mi fa ricordare l’amore che nutriamo verso i nostri pazienti , quando li accompagniamo a ritrovare se stessi nella, talvolta, penosa ricerca dell’identità.> (A. Canevaro in La crisi della coppia)

Non si può dire ti amo ad una altra persona sulla base di una cicatrice dell’anima che ha segnato la vita, pensando di ricattarla e tenerla legata a se, è una forma di violenza psicologica orrenda e perversa.

Posso  accettare che lo stesso <Ti amo> venga usato per due persone anche se in momenti diversi, talvolta mi sembra quasi un sacrilegio,  anzi mi fa proprio un po’ schifo, ma forse ci si dovrebbe interrogare sul significato del ti amo. D’altronde con credo conti l’ordine di arrivo nella vita di una persona per detenere il primato amoroso, o valutare l’importanza della relazione, la diversità e l’unicità delle persone determina la qualità dell’amore della coppia.

Colei\colui che è arrivato per primo , in gioventù,  solitamente sfrutta i tempi migliori per svariate circostanze; ma butta via anche diverse possibilità per incapacità. Poi non è sempre amore, è riconoscenza, affetto, frase di circostanza, ricatto, debito affettivo. Talvolta anche il nulla, ma piuttosto che accettare il nulla, il rumore del vuoto, si dice di amare perché così fanno in tanti.

L’amore non si esaurisce, si propone in diverse relazioni, certo bisognerebbe avere occhi sensibili per cogliere i segnali, se una persona ha amato una altra o pensa di averla amata, questo non fa si che siano finite le sue possibilità nella stessa vita.

Certo la forzatura mentale di far entrare l’amore dentro la coppia attraverso l’istituzione del matrimonio non è un bel modello, manca l’informazione sulla vita di coppia, la prevenzione sulle difficoltà e sui rischi vari che possano accadere, le persone poi usano quello che hanno a disposizione (ad esempio, fuga, tradimento, spegnersi dentro) per sopravvivere.

Un ipotetico Comitato della Felicità dovrebbe insorgere per dare una possibilità a quanti si considerano gli ultimi degli ultimi.

Alcune coppie tendono a lanciarsi l’uno l’altro, in modo maldestro, una sorta di gomitolo di lana, che unisce a mo’ di un ti amo confuso, alla fine i due più che essere uniti sono incastrati ed occorre un paio di belle forbici per tagliare il garbuglio che si è creato.

Il Ti amo pronunciato tra i genitori che restano assieme per i figli neanche vale molto, anzi fa soffrire tutti terribilmente.

Se si toglie l’aspetto economico dentro la coppia, l’amore spogliato della materialità che forma può assumere?

Le coppie il cui ti amo è autentico risaltano per la loro naturalezza, splendono proprio, ed attirano spesso gli invidiosi con velleità distruttive. Questa tipologia di invidiosi invece di chiedere: mi potresti aiutare ad essere felice, perché non ne sono capace, cercano di  inquinare in tutti i modi la vita altrui, non avendone una propria.

Una ultima domanda? Quale è la coppia che predereste a modello? Come mai? Ed un invito: mettetevi in gioco sempre.

 

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