E’ solo un orologio?
E’ solo un orologio? Niente affatto è un compagno di mille avventure, nel bene e nel male, scandisce la giornata, il ritmo vitale, permette d organizzare il tempo quando bisogna andare, quando restare, quando fare pausa.
Permette di concordare appuntamenti, di vedere persone con cui condividere il proprio tempo in maniera amorevole, talvolta diventa una sorta di tiranno, da la possibilità di sapere quanto durerà la sofferenza, quando poter chiudere una relazione o uno spazio sgradevole.
Il quadrante evoca quel cerchio reale o simbolico che è la vita umana, immersa nelle relazioni, in cui tutto si congiunge e si influenza.
Oggi è quasi scomparso, il cellulare lo ha scalzato, anche perché è di più facile consultazione, neanche la fatica di imparare come si muovono le lancette, quali guardare, come organizzare a livello cognitivo i vari pezzi per arrivare a formulare l’ora.
Al mio orologio sono davvero affezionata! Settimana scorsa si è rotto il cinturino e ho avuto la riprova che esistano persone diversamente affezionate al loro lavoro.
Opzione 1: gioielleria vicino al mio studio, con individuo disponibile, ma su cui devi farti valere anche per il semplice cambio (si fa per dire, perché alcuni modelli di orologio hanno cinturini molto complessi). Ti fa sentire la rompiscatole di turno, a livello personale non ti trasmette niente, alcuna emozione. L’orologio è l’oggetto del suo lavoro: punto.
Opzione 2: mercato del lunedì. Resistono ancora banchi con competenze lavorative elevatissime. Il signore orologiaio seduto sulla sua sedia ha un fascino fiabesco, ti cattura con il suo amorevole trasporto per il suo lavoro e per te utente che di fronte a lui gli poni la tua richiesta (in modalità sempre un po’ timorosa!). Si preoccupa e si occupa del mio orologio, ed anche ti me, suggerendo soluzioni creative a cui non avevo pensato. Non cambia neanche subito le pile agli orologi, verifica prima; in un mondo in cui tutto sembra poter essere cestinato e sostituito velocemente, lui agisce con calma riflessiva prima di intervenire: usa la testa.
Sarebbe opportuno per riappropriarsi della vita, senza lasciare che sfugga via senza averla vissuta, avvicinarsi agli oggetti in maniera consapevolmente attiva, sia a livello razionale che emotivo.
Far entrare gli oggetti, gli utensili, gli strumenti nelle nostre case e sul nostro corpo per avere un ulteriore rimando che siamo presenti a noi stessi minuto dopo minuto, per vivere, per amare e per provare anche quando non la cerchiamo la sensazione negativa di dolore in tutte le sue sfumature.