Futuro interiore
Futuro interiore perché credo fermamente che tutti gli esseri umani siano in diritto di averlo, di conservare la capacità di pensare e curare se stessi prima di tutto. Solo riservando delle attenzioni anche alla loro parte interna riusciranno ad interagire con gli altri, amandosi e rispettandosi. Saper usare la testa non è così scontato.
Mi piace pensare ad una dimensione futura delle persone in cui sia contemplata la speranza così come viene definita da E. Dickinson
<E’ la speranza una creatura alata
che si annida nell’anima
e canta melodie senza parole
senza smettere mai
…ma nemmeno all’estremo del bisogno
Ha voluto una briciola da me>
Mi fa venire in mente la componente della dignità così difficile da conservare a seconda delle condizioni di vita che ci vengono riservate e la spiritualità anche essa così messa alla prova dagli eventi. Ma abbiamo bisogno di speranza perché “ci permette di trovare una ragione per continuare a vivere anche quando una ragione non c’è” e poi è “un dono gratuito che esiste per tutti noi” (talvolta sembra impossibile e senza senso!)
Il futuro è fatto anche di profumi che ci inebriano, ci fanno stare bene, ci arrivano dalla finestra aperta o mentre camminiamo (per esempio in Liguria): un mix di gelsomino, ginestra e pino marittimo. Io personalmente mi riattivo, soprattutto mentre corro immersa in questa atmosfera olfattiva!
Per avere futuro interiore, dentro di noi dobbiamo anche occuparci dei nostri vuoti: <per noi che vediamo i nostri vuoti quanto i nostri pieni> (Y. Frankel – Un buco – Kite edizioni). Abbiamo un nostro buco personale dentro, dettato non solo dalla perdita, che ci rende unici e che fa di noi quello che siamo. <Ma è ancora qui.>
<ci sono giorni in cui si impadronisce di me
e anche degli altri.>
<perché è un luogo intimo,>
<Ispiratore>
<perché senza, non sarei più io>
Mi è utile anche la canzone di Ligabue < Non fai più male> : “ho avuto giorni migliori – ma casco in piedi – e tu ne sei fuori
E’ come un nuovo sapore – che mi fa ingordo – e senza ingrassare ma – resta lì dove sei – dove non ti sento –
Tu non fai più male – non ci contare – sappi che ho preso le mie misure – sei anni luce da quella che eri – E’ un po’ che ti ho chiusa fuori”
Arriva il momento di chiudere la porta del passato, per proteggersi, per continuare a vivere, per non continuare a stare male, per sentirsi in diritto di essere felici!
Nell’imparare a lavorare sul proprio futuro interiore bisogna soffermarsi in modo particolare sul rapporto con la famiglia di origine e sulle varie aree di influenza.
“Talvolta si tratta di una presenza vistosa e invadente, altre volte discreta o addirittura impercettibile. Ma la relazione tra il grado di intrusività e i condizionamenti prodotti non è così stretta e anche quando la prima non appare può nondimeno esercitare una influenza profonda e determinante.
Le aree di influenza coincidono con quelle stesse della relazione di coppia e , per ricordarne solo alcune, comprendono: la scelta del partner, il contratto coniugale, la sessualità, la gestione del conflitto, la nascita e l’educazione dei figli, l’alimentazione, la produzione e la distribuzione delle risorse economiche, la separazione e il divorzio.
…Tuttavia non di rado anche le esigenze personali finiscono per dipendere in maniera sostanziale dalle aspettative genitoriali o sono palesemente sostituite da queste” (La crisi nella coppia, p.317)
Ho scoperto digitando ora su Google che Futuro interiore è anche un libro di M. Murgia del 20016
TRUCCHI 1) Il futuro si può anche scollegare dal passato: può e deve essere una scelta di vita 2) Ricordatevi di accendere la luce dentro di voi (anche con l’aiuto della psicoterapia), se no rischiate di non sapere quale sia la vostra direzione di vita 3) Imparate a reinventarvi, a trasportare competenze ed abilità che vi permettono di funzionare in alcuni ambiti, in altri in cui vi sentite più difettosi. Può funzionare!
*contenuti tratti dalla puntata del 29/5/2019 de La Psic & il Deejay.